Inaugurato questa mattina, 22 novembre, a Palazzo Prodi a Trento l’anno accademico 2022/2023 dell'Ateneo trentino, il 61esimo dalla fondazione dell’Università. Nel suo intervento, il rettore Flavio Deflorian ha ricordato la necessità di ripensare il ruolo dell’Ateneo in un contesto di crisi globale e ha fatto anche un riferimento specifico alla delega provinciale in materia di Università, sancita dall’Accordo di Milano del 2009, invitando ad una riflessione sulle sue potenzialità e alla necessità di aggiornare lo statuto di Ateneo. Ospite della cerimonia Francesca Bria, esperta di innovazione e intelligenza artificiale, economia e geopolitica digitale, che nella sua prolusione ha parlato di sovranità digitale: "Accelerare la digitalizzazione non basta: dobbiamo darle anche una direzione e portarla verso la sostenibilità sociale e ambientale". Edoardo Giudici, presidente del Consiglio degli studenti, ha ricordato la difficile situazione lavorativa che attende chi si laurea in Italia: «Meno del 30% degli under 30 lavora. Di questi, quasi il 40% ha un titolo di studio superiore rispetto a quello richiesto. Lavorare spesso significa accettare stage non retribuiti, o pagati con un rimborso spese. Ecco perché ogni anno espatriano 31mila laureati e laureate”.
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