Dall’inizio del conflitto si è verificato un balzo medio di almeno 1/3 dei costi produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche con valori record per alcuni prodotti: dal +170% dei concimi, al +80% dell’energia e al +50% dei mangimi, che stanno duramente colpendo le aziende costrette a vendere sotto i costi di produzione. Una situazione che, conti alla mano, porta 8 miliardi di costi aggiuntivi al settore. Uno spiraglio di luce arriva ora dagli interventi varati dal Governo. Tutte le misure del piano anticrisi della Coldiretti son state accolte. Nello specifico: rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui a 25 anni con garanzia gratuita Ismea, credito di imposta del 20% per la riduzione del costo del gasolio per l'agricoltura, 35 milioni alle filiere in crisi destinati al Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, via libera a fertilizzanti naturali come il digestato prodotto negli allevamenti per far fronte alla carenza di quelli chimici. In una situazione in cui una azienda agricola su tre è costretta a tagliare i raccolti, le decisioni intraprese sono importanti per invertire la rotta ma, sottolinea presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi, occorre programmare il futuro con la possibilità concessa dall’Unione Europea di mettere a coltura altri 200mila ettari di terreno a riposo per rispondere all’invito dei capi di Stato a difendere la sovranità alimentare per rendere l’Italia e l’Europa più autosufficiente dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo.
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