Stanchi, sfiduciati, "aggrediti" dalla burocrazia e in cerca di una via di fuga, all'estero o nella sanità privata. È il quadro che emerge dallo studio effettuato dal sindacato Cimo-Fesmed tra i medici ospedalieri trentini. I risultati - estrapolati da un'indagine a livello nazionale - sono stati illustrati oggi dalla presidente del sindacato, Sonia Brugnara. Lo studio è stato svolto su un campione di 4.258 medici ospedalieri, 153 quelli che hanno risposto in Trentino Alto Adige. Il 69% degli intervistati non rinnega la scelta della professione medica, ma solo il 26,6% tornerebbe a lavorare negli ospedali pubblici. Il 29,5% vorrebbe anticipare la pensione, il 18,6% sceglierebbe l'estero e il 17,5% vorrebbe lavorare nelle strutture private. Sull'esito pesa il gap tra aspettative iniziali e successive che crollano sia in termini di carriera che di retribuzione. A pesare sulla sfiducia del medico ospedaliero c'è soprattutto la burocrazia, ritenuta eccessiva dal 70,8% degli intervistati. Sul fronte formazione, soltanto il 4,5% la ritiene adeguata.
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