In Italia, durante la prima ondata dell'epidemia di COVID-19, la velocità di diffusione del coronavirus SARS-CoV-2, così come il livello di letalità della malattia, sono stati più elevati rispetto ad altri paesi europei. Molti studiosi hanno cercato di spiegare questo fenomeno facendo notare che nella società italiana ci sono legami familiari molto stretti, che spesso vivono insieme o comunque si vedono molto di frequente. Una nuova ricerca, realizzata da studiosi delle università di Trento, della Sorbona e di Bologna suggerisce però ora una diversa spiegazione: ad accelerare la diffusione del COVID-19 in Italia non sarebbero stati i contatti intergenerazionali, ma piuttosto il fatto che, in media, gli italiani hanno quotidianamente più contatti faccia a faccia con altre persone, di qualsiasi età, rispetto alle popolazioni di altri paesi come la Germania o il Regno Unito. Una conseguenza importante di questi risultati è che misure di contenimento del contagio pensate per diminuire i contatti tra giovani e anziani non avrebbero particolare efficacia, sottolineano i ricercatori.
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