Sono 2500 circa le grotte censite dal Catasto Geologico trentino. Ambienti affascinanti, nascosti, da sempre capaci di affascinare gli appassionati di speleologia ma anche ricercatori e scienziati, luoghi che racchiudono un tesoro inaspettato: l’acqua. Se ne è parlato nell'incontro online “Passione Speleo: alla ricerca dell’acqua nascosta”, secondo appuntamento del ciclo “I Martedì del Parco”, organizzato dal Parco Naturale Adamello Brenta UNESCO Global Geopark. Formatesi nel corso  dei secoli (alcune anche 30-40 milioni di anni fa) le grotte trentine, fin dagli anni 80, sono oggetto di studi che mirano a conoscere lo stato di salute delle acque carsiche, le loro origini, i loro percorsi fino alle basse quote. Il gruppo del Brenta, con i suoi 560 chilometri quadrati, costituisce il 9% dell’intero territorio trentino. Servizio Geologico e Muse lo hanno studiato, scoprendo che la portata media delle sorgenti carsiche è di 12 metri quadrati al secondo. Prossimo appuntamento con il mondo della speleologia a novembre, con il convegno “L’acqua che berremo”, organizzato dal gruppo speleologico di Lavis. Inoltre il Parco Naturale Adamello Brenta in occasione dell’Anno internazionale del carsismo organizzerà inoltre 4 uscite accompagnate in altrettanti ambienti ipogei nel periodo luglio-ottobre.
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