Il gioco d'azzardo continua ad essere un problema in Trentino: nel 2019 sono andati bruciati 500 milioni di euro, dei quali 390 milioni di euro con le macchine Vip. Il resto è stato speso nelle ricevitorie. Nel 2020 il crollo, con il lockdown: da 390 a 120 milioni di euro. La differenza tra la spesa del 2019 e del 2020 non significa però che i giocatori abbiano smesso di scommettere denaro. Sono infatti aumentate le puntate su internet con modalità rispetto alle quali l'Agenzia delle dogane non ha alcun controllo. In anni normali, la percentuale di gioco sommerso è pari al 20% di quello legale. I dati sono stati forniti da Stefano Girardello, dell'Ufficio delle dogane di Trento, durante il suo intervento in quarta commissione del Consiglio provinciale, sul ddl 65 proposto da Giorgio Leonardi (FI) per modificare la normativa del 2015 finalizzata alla prevenzione e la cura della ludopatia. Sul fronte dell'assistenza, ogni anno l'Apss segue più di 100 pazienti. L'aumento è stato esponenziale a partire dal 2007, quando le persone in carico erano 4, mentre nel 2020 gli utenti erano 120.
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