“Da tempo non si registrava un incremento tanto significativo nelle morti in occasione di lavoro. Purtroppo, però, nel 2020, il Covid – 19, ha stravolto anche la quotidianità di molti lavoratori, uccidendone 423. Ovvero il 40% di tutti gli infortuni mortali registrati proprio in occasione di lavoro (1056)”. È un’apertura drammatica quella di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, nel presentare l’ultima indagine elaborata dal team di esperti del proprio osservatorio, che punta i riflettori sulla mappatura dell’emergenza morti bianche da gennaio a dicembre 2020. Una strage nazionale in cui si contano 1270 vittime (contando anche le vittime in itinere) che fanno rilevare un +17% della mortalità rispetto al 2019. A indossare la maglia nera definitiva del 2020 nella classifica nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro è la Lombardia con 222 vittime. Il Trentino AA ne conta 16. Sempre prima la Lombardi anche per il numero di decessi per Covid sul Lavoro. La provincia autonoma di Trento e Friuli Venezia Giulia (2). Il settore delle Attività Manifatturiere quello che conta più vittime (149 decessi). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro totali è tra i 55 e i 64 anni (442 su 1056). Le donne che hanno perso la vita nel 2020 sono 102. Gli stranieri deceduti sul lavoro da gennaio a dicembre 2020 sono 150 (il 14,2% del totale). Si conferma il lunedì il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali in tutto il 2020.
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