Lo smart working, piace. A renderlo noto  Bruno Lepri, responsabile dell’Unità ICT-MobS della Fondazione Bruno Kessler di Trento, durante un webinar organizzato da FBK Academy. I dati sono il risultato di uno studio condotto dalla Harvard Business School, la Austin Business School e l’azienda Humanyze condotta su 680 lavoratori durante il periodo marzo-maggio. Le performance si sono rivelate ottime tanto che grandi aziende come Twitter hanno dichiarato di voler far proseguire i propri dipendenti in questo modo per sempre, anche oltre l’emergenza della pandemia. Uno studio di Manpower dice infatti che in generale 8 lavoratori su 10 sarebbero d’accordo a continuare così. Chi ha lavorato in remoto si è dimostrato più produttivo e ha migliorato il livello di efficienza, di attenzione e di concentrazione rispetto a quando si lavora in sede. Non solo, rispetto al lavorare in ufficio, si sono ridotti i livelli di stress, di emozioni negative e di conflitti legati all’ambito lavorativo. Un idillio a tutto tondo? Non proprio perché esistono diverse sfaccettature e domande sugli sviluppi del futuro. I dati dicono che lavorare da casa ha esteso il tempo lavorativo del 10-20% in media c'è inoltre  minor collaborazione e minor creatività.
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