Un’ondata di informazioni potenzialmente non affidabili sulla malattia COVID-19 si è diffusa nei vari paesi del mondo prima del propagarsi dell’epidemia stessa. E’ quanto emerge dallo studio realizzato dai ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Human Behaviour. Quando il contagio dalla Cina ha iniziato a diffondersi nei diversi paesi, all’inizio si è assistito alla condivisione di un’alta percentuale di notizie potenzialmente false e quindi a una situazione di elevato rischio infodemico. Appena il contagio ha iniziato a propagarsi all’interno di ogni paese, sono aumentate le condivisioni di notizie da fonti affidabili e di conseguenza il rischio infodemico si è abbassato.
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